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La costruzione delle corde e il lavoro dei cordai
Viene qui affrontato un aspetto particolare della storia dell'uomo: l'importanza della corda. Dopo un breve excursus storico sul suo utilizzo nei tempi passati, risulta particolarmente interessante l'intervista a Italo Cella, cordaiolo a Chiavari negli anni '60, che racconta come la corda fosse diffusa e richiestissima dal mercato per numeri usi: veniva utilizzata quotidianamente da agricoltori, pescatori, tappezzieri, mulattieri e per trasporti di ogni genere. La lavorazione partiva prevalentemente da matasse di canapa lunghe circa tre metri che, una volta pulite e pettinate, venivano filate con un pettine. Gli altri materiali utilizzati erano cocco, manilla, sisal e lino.
Gli altri capitoli sono dedicati alla storia di alcune corderie liguri fra cui la corderia Minetti di Rossiglione, ancora in attività. Quest'opera ricca di nozioni tecniche sulla lavorazione delle corde, risulta di notevole interesse e particolarmente lodevole per l'immenso e preciso lavoro di ricerca svolto dagli autori.
Non manca il simpatico glossario ed un riferimento specifico alla storia sanbenedettese dei manufatti. Una sorpresa è quella di San Postumio, protettore dei cordai, cordaio egli sesso. Da noi, pressoché sconosciuto, questo santo ha l’alternativa in San Biagio, per via degli influssi transadriatici (vescovo martire, protettore di Ragusa) dedotta dal martirio subito attraverso uno strumento dentato che richiama il pettine del canapino.